Tor Culture

Courmayeur:
patrimonio di storia e paesaggi ai piedi del Monte Bianco

Le valli di Ferret, Veny e Sapin sono un abbraccio naturale che accoglie gli amanti delle passeggiate, sia in estate che in inverno, offrendo paesaggi che rigenerano corpo e mente. Camminare tra questi scenari incantati è un’esperienza che riempie il cuore di bellezza e serenità, dove ogni passo sembra danzare al ritmo della natura.

Anche il cuore di Courmayeur custodisce il suo fascino senza tempo, con angoli ricchi di storia che sussurrano leggende di antichi abitanti e personaggi illustri. Busti, targhe e architetture secolari raccontano di un passato che ancora vive nel presente, ma ci sono dettagli nascosti che solo i più curiosi riescono a scoprire.

Ed è proprio qui che entra in gioco TOR Culture: una guida che vi accompagnerà in modo consapevole e coinvolgente lungo le strade di Courmayeur, svelandovi storie affascinanti, curiosità e tesori poco conosciuti. Ogni tappa del tour è un viaggio nel tempo, per capire e sentire in modo profondo l’anima autentica di questo incantevole luogo.

Dopo aver letto questa guida, sarete pronti a vivere Courmayeur con occhi nuovi, scoprendo dettagli e angoli che vi faranno innamorare ancora di più di questa terra straordinaria.

Punto di partenza:
il Municipio di Courmayeur

Costruito nel 1930, questo edificio ha avuto un’importanza speciale nella storia di Courmayeur, poiché ha ospitato le Scuole Elementari, realizzate grazie a una generosa donazione della Contessa Marone Cinzano, che frequentava abitualmente il paese. Una targa, posizionata accanto al portone principale, ne ricorda il gesto di benevolenza.

La scala esterna d’ingresso è stata per generazioni il palcoscenico di momenti significativi: dalle foto scolastiche di inizio anno alle celebrazioni dei Coscritti, fino a molti altri eventi che hanno segnato la vita della comunità, rendendo quest’angolo un simbolo di tradizione e memoria collettiva.

Accanto al Municipio sorge
il piccolo Parco della Rimembranza

In questo luogo si rendono omaggio ai caduti delle due Guerre Mondiali, ma anche a figure indimenticabili come Don Cirillo Perron (1912-1996) e il dottor Pietro Bassi (1921-2011).

Don Cirillo, storico parroco di Courmayeur, è ricordato non solo per la sua devozione religiosa, ma anche per la sua passione per l’alpinismo, che ha ispirato generazioni di abitanti e turisti ad avvicinarsi alla montagna. Nel maggio del 2015, è stato riconosciuto Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem di Gerusalemme, per aver salvato dalle persecuzioni naziste il piccolo Giulio Segre, un bambino ebreo che fece passare per suo nipote, rischiando la propria vita per proteggerlo.

Il dottor Pietro Bassi, invece, è stato un medico pionieristico nel soccorso in montagna. Alla fine degli anni ’80, ha fondato la prima associazione di Volontari del Soccorso di Courmayeur, un’iniziativa che si è successivamente estesa in tutta la Valle d’Aosta, salvando vite e creando una rete di solidarietà che dura ancora oggi. Entrambi sono figure che incarnano il coraggio, la dedizione e l’amore per la propria comunità e la montagna.

Qualche metro più avanti troviamo
il monumento del 1912 a Giosuè Carducci

Giosuè Carducci visitò Courmayeur per la prima volta nel 1887, tornando più volte negli anni successivi. La sua ispirazione per la bellezza delle montagne si riflette nella poesia “Courmayeur” delle Odi Barbare:

“Salve, o pia Courmayeur, che l’ultimo riso d’Italia
al piè del gigante de l’Alpi
rechi soave! te, datrice di posa e di canti,
io reco nel verso d’Italia.”

Durante l’ultimo soggiorno in Valle d’Aosta, Carducci incontrò l’abate Pierre Chanoux, rettore dell’Ospizio del Piccolo San Bernardo, che univa natura e riflessione spirituale. Nonostante la sua posizione anticlericale, Carducci si avvicinò alla fede cristiana, vivendo una conversione spirituale proprio a Courmayeur.

La passeggiata prosegue
verso il centro

Si attraversa la piazza Jules Brocherel (1871-1954), un omaggio a uno dei pionieri dell’etnografia locale e alpina, fotografo, botanico e promotore dell’immagine turistica della Valle d’Aosta. Nato a Courmayeur, Brocherel riconobbe per primo il potenziale turistico della sua terra, pubblicando nel 1895 la “Guida illustrata di Courmayeur e dintorni”, traccia del turismo moderno in Valle. Il suo spirito pionieristico e l’amore per la montagna sono ancora oggi celebrati.

Proseguendo, si arriva alla piazza dedicata all’Abbé Joseph-Marie Henry (1870-1947), anch’egli originario di Courmayeur e figlio di una guida alpina. Parroco, alpinista, botanico e scrittore, contribuì alla creazione del giardino botanico Chanousia al Colle del Piccolo San Bernardo e del parco botanico al Plan Gorret. La sua eredità, segnata dalla passione per la natura e la comunità, rimane un simbolo di profonda connessione con le montagne.

La piazza si affaccia
verso il villaggio di Dolonne...

Nel comprensorio sciistico del Plan Chécrouit, sulla destra si trova il monumento a Felix Ollier (…-1900), guida alpina che nel 1899 partì con la spedizione per il Polo Nord, organizzata dal Duca degli Abruzzi. Ollier fu l’unico a non fare ritorno. La targa recita:

Felice Ollier guida alpina
scomparso sui ghiacci dell’oceano glaciale artico
nella spedizione colle slitte diretta al polo nord
marzo 1900 – Luigi di Savoia

Alle spalle del monumento, nel 1920, fu realizzata una meridiana dedicata a Ollier da Enrico Alberto De Albertis, con versi celebrativi della spedizione. Nel 2017, la meridiana e l’edificio che la ospita, Casa Guédoz, sono stati ristrutturati. Il motto recita:
«Quelle heure est-il? C’est l’heure de bien faire»
(Che ora è? È l’ora di far bene).

La piazza è dominata dalla chiesa di San Pantaleone, risalente al Settecento, con un campanile raro in Valle d’Aosta, e un altare maggiore in marmo nero. La chiesa ospita una tela con il martirio di San Sebastiano e un ex voto sull’invasione delle truppe francesi.

Uscendo, a destra, si trovano i monumenti agli alpinisti Mario Puchoz, Giuseppe Petigax e Emile Rey. Di fronte, il Museo Alpino Duca degli Abruzzi racconta la storia dell’alpinismo e delle Guide Alpine di Courmayeur, la prima in Italia, fondata nel 1850.

Lasciata la piazza
si continua verso Via Roma

Dopo aver attraversato piazzetta Brenta, mantenendo sulla destra, si raggiunge il Jardin de l’Ange, con il suo caratteristico Chalet, sede principale degli eventi di Courmayeur.

Di fronte, si trova la piazzetta
dove fino agli anni ’90 sorgeva l’Hotel Ange

La storia racconta che nel 1711, la casa-forte dei nobili Piquart de la Tour, e successivamente dei Carron, su volere dei Savoia, fu trasformata in una struttura ricettiva. Nel corso dei secoli, tutti i proprietari si adoperarono per renderla un punto di riferimento per il turismo d’élite. L’Hotel Ange, tra i primi a dotarsi di elettricità e acqua calda in tutte le sue 100 camere, fu acquistato nel 1905 dalla famiglia Peraldo, che lo rinominò Hôtel Ange & Grand Hôtel. Con le sue sale da ballo, le eleganti sale affrescate e lo Chalet de l’Ange, divenne simbolo di eleganza e ospitalità. Negli anni ’90, senza eredi, la famiglia Peraldo, per preservare la tradizione dell’ospitalità, vendette l’hotel a una società che lo trasformò in appartamenti e negozi.

Poco più avanti
piazzetta Joseph Petigax

Qui si trova la Chiesa valdese, presente a Courmayeur dal 1848, ed è il più antico tempio valdese della Valle d’Aosta. Un tempo la regione ospitava più comunità valdesi, ma oggi il culto è celebrato solo nei templi di Aosta e Courmayeur, esclusivamente in estate, la domenica.

Accanto alla chiesa sorge la Tour Malluquin, torre medievale della famiglia Malluquin, citata per la prima volta nel 1351. Fu di proprietà della famiglia D’Avise dal XV al XVIII secolo. Oggi è divisa tra diversi proprietari e ospita piccole esposizioni. La torre, a pianta quadrata, è composta da sette piani separati da solai in legno, con l’ingresso originale a otto metri da terra.

La piazzetta Petigax confina con il giardino dell’Hotel Royal e Golf, costruito nel 1854. Un tempo meta dell’aristocrazia, ha ospitato la Regina Margherita di Savoia e Giosuè Carducci. Dopo essere stato ristrutturato nel 1953, l’hotel presenta un corpo centrale su sei piani e una facciata che richiama il Dente del Gigante.

Di fronte all’ingresso dell’hotel
inizia via Donzelli

Lungo la via, una tappa al lavatoio, costruito nel 1880, offre l’opportunità di rinfrescare la borraccia prima di proseguire la passeggiata.

In cima alla salita si scorge una delle ville storiche di Courmayeur:
la Freidolina

Edificata nel 1916, la villa riprende lo stile a traliccio tipico del Centro Europa, con intelaiature in legno nella parte alta che suddividono il fronte in piccole sezioni. Sul lato nord della facciata, sono visibili diverse decorazioni, insieme all’anno di costruzione. Oggi, la villa è stata ristrutturata e trasformata in appartamenti.

A circa un centinaio di metri più avanti, sulla sinistra, accanto ai campi da tennis del Pussey, si trova un’altra villa storica:

Villa Tondani

Trattandosi di una casa privata, l’ingresso non è consentito, ma dalla strada è possibile ammirare il complesso, che si caratterizza per un insieme di edifici in stile medievale, costruiti tra il 1900 e il 1945, circondati da un giardino e da un muro in pietra che delimita la proprietà. Il cuore del complesso è costituito dalla villa principale del 1930, affiancata dalla dépendance, anch’essa rivestita in pietra, con aperture ad arco accoppiate che richiamano le bifore medievali. A nord della villa si trova una cappella privata, un campanile e un porticato, tutti realizzati in pietra e caratterizzati da elementi architettonici medievali, come le finestre a trifora e il portico ad archi. La villa è immersa in un giardino arricchito da un ruscello e un laghetto. Il 17 luglio 1965, la villa fu la sede prestigiosa dell’incontro tra il presidente della Repubblica francese Charles De Gaulle e il presidente della Repubblica italiana Giuseppe Saragat, in occasione dell’inaugurazione del Traforo del Monte Bianco. Oggi, Villa Tondani è stata ristrutturata e suddivisa in appartamenti.

Tornando indietro di pochi passi, si imbocca via Marconi e, circa venti metri dopo, sulla destra, inizia…

Il Grand Ru

Il sentiero segue il corso di un ruscello che prendeva l’acqua da Entrèves, nella zona del campo sportivo, e arrivava fino a Palleusieux, nel comune di Pré-Saint-Didier. Percorrendolo, si giunge sopra la Chiesa, da cui si può ammirare Courmayeur da un inaspettato punto di vista, con i suoi tetti in losa, le stradine e le case in pietra del Tséralèi, il quartiere più antico di Courmayeur. Al termine del sentiero si raggiunge la Strada del Villair e, dopo circa 200 metri, all’incrocio, proseguendo sulla sinistra in Strada Grand Ru, si entra nel Parco Bollino. Percorrendolo in discesa, si ritorna in viale Monte Bianco, vicino al Municipio di Courmayeur, punto di partenza della passeggiata.

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